Designer del mese: Neri Oxman

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Designer del mese: Neri Oxman

Neri Oxman, designer, scienziata e inventrice – come lei stessa si definisce – è conosciuta per combinare arte e architettura insieme a design, biologia, informatica e ingegneria dei materiali.

Neri Oxman, chi è e le sue opere più famose

Nata ad Haifa, in Israele, nel 1976 ha 45 anni durante i quali ha fatto di tutto, incluso l’ufficiale nelle forze armate del suo Paese.
Figlia di architetti e con una sorella artista, ha voluto cambiare strada e studiare medicina alla Hadassah Medical School. Per poi capire che il suo destino era seguire il mestiere dei genitori. Ma apportandovi il bagaglio dei suoi studi.

Oggi è insegnante al MIT Media Lab dove ha fondato e dirige il gruppo Mediated Matter, Neri Oxman nella sua ricerca ha un approccio da pioniera poiché combina scienza dei materiali, tecnologie di fabbricazione digitale, design organico e biologia sintetica, utilizzando principi di progettazione ispirati dalla natura per creare nuove architetture, tecnologie e arte.

Ha utilizzato bachi da seta e api per i suoi progetti sperimentali di sistemi di co-fabbricazione per la costruzione di strutture ibride.

«Sono convinta che nel futuro prossimo stamperemo in 3d i nostri edifici e le nostre case». (Neri Oxman)

Neri Oxman, le sue opere e i progetti

La designer propone una nuova filosofia di progettare, creare e persino disfare il mondo che ci circonda. È proprio al MIT che decide di fondere le sue diverse esperienze in una nuova branca di ricerca, soprannominata da lei Material Ecology.
Due discipline distinte, la cui fusione potrebbe rivoluzionare lo stesso concetto di design, tramite l’introduzione di materiali completamente naturali. L’obiettivo principale della Material Ecology è unire la moderna tecnologia alla natura.

Oxman si impegna nella produzione in armonia con l’ambiente circostante.
Le sue creazioni non sono più meri prodotti di assemblaggio, ma veri e propri organismi viventi. Combina le tecniche di stampa 3D con la biologia, l’ingegneria, la scienza dei materiali e l’informatica.

Crea oggetti e strutture attraverso la crescita, senza assemblaggio, mettendo l’umanità in armonia con la natura, in contrasto con le catene di montaggio. Descrive il suo lavoro come un passaggio “dal consumo della natura come risorsa geologica alla modifica come risorsa biologica”.

I suoi lavori sono così celebri tanto da far parte delle collezioni di diversi musei di fama mondiale, come il MoMA, lo SFMOMA e il MAK.
Un cambiamento in chiave ecosostenibile che possiamo iniziare tutti, scegliendo oggetti che siano generati a partire dai valori di innovazione, sostenibilità e rispetto per l’ambiente.

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